Il nostro modo di concepire l'associazionismo culturale |
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Nell’articolazione democratica che porta le singole persone a diventare protagoniste della società, l’associazionismo riveste un ruolo fondamentale. Un’associazione è l’espressione di un progetto di donne e uomini che scelgono liberamente di mettersi in gioco per costruire insieme le risposte ai propri bisogni e a quelli della comunità. L’associazionismo si fa con gli altri e nasce sia dal bisogno di reagire all’isolamento e alla solitudine sia dall’ansia di contare, di essere protagonisti andando oltre il puramente personale. Associarsi produce attenzione reciproca, coesione, legame sociale. Favorisce esperienze di autogestione, esperienze cioè che definiscono i propri obiettivi strada facendo e che, nel fare le cose, praticano/apprendono la democrazia diretta. Nell’associarsi i cittadini assumono il punto di vista dell’interesse generale, l’impegno individuale si trasferisce in un progetto collettivo e diventa così un fatto politico. E noi sappiamo che la politica vera si alimenta essenzialmente di partecipazione, che le soluzioni più efficaci non sono mai quelle calate dall’alto, ma quelle che nascono dalla percezione diretta e condivisa dei problemi. L’associazionismo agisce nel territorio della comunità locale, che è il terreno privilegiato dove far emergere e sperimentare risposte di qualità sociale protese a costruire dal basso un modello di vita, di lavoro, di relazione che sia dinamicamente adattativo. Le associazioni culturali non vogliono opporsi o sostituirsi ad altre forme di coinvolgimento e/o di partecipazione sociale, ma, al contrario, promuoverle, favorirne l’integrazione organica sul territorio, evidenziarne i punti di forza cercando sempre di privilegiare ciò che unisce e di favorire una gestione creativa, volta al positivo, di ciò che inizialmente divide.
Un’associazione, dunque, mira naturalmente a essere un luogo di:
Se ne deduce che, per essere tutto questo, la nostra associazione non può che adottare un atteggiamento laico, nel senso umanista del termine, nei confronti della realtà, un atteggiamento cioè aperto a un dialogo costruttivo con tutti gli uomini di buona volontà e che, proprio in quanto laico, non può identificarsi in alcuna posizione preconcetta di tipo anticlericale o agnostico o ateo o confessionale che sia. In questo senso, le pur preziose “verità” ereditate dal passato non sono mai assunte come statiche, complete e definitive, ma come vive, ovvero in grado di crescere e, talvolta, anche di modificarsi. È una tale laicità, che, secondo noi, può garantire il pluralismo, il rispetto delle differenze, l’ascolto attivo e la valorizzazione di tutto ciò che può concorrere a costruire relazioni vive e autentiche, attive e responsabili. La cultura, di cui un’associazione così concepita si fa promotrice, è intesa in primo luogo come crescita della persona, in modo libero, privo di materialismo e di opportunismo, attraverso la condivisione di valori e la coltivazione degli esempi e degli stimoli migliori che provengono dalla storia, dalle arti, dallo sport, dalle tradizioni, locali e di tutto il mondo, dalla liberazione della propria creatività. Ci chiediamo: è ragionevole sperare che questo tipo di associazionismo - autentico “laboratorio di democrazia” - sia sostenuto e valorizzato da tutte le istituzioni che hanno a cuore la vera partecipazione dei cittadini nel fare politica? |