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Martedì 24 Novembre 2009 21:15

di Cornelia Medeossi

Quando fui eletta a seconda Presidente del Circolo Nuovi Orizzonti, eravamo ancora agli inizi dell'attività del gruppo, con la sede da ultimare, tante cose ancora da definire al nostro interno. Avevamo sì le Commissioni, cioè alcuni Soci che si dedicavano specificamente alla redazione del nostro giornalino, all'organizzazione delle gite, all'attività sportiva, alla biblioteca, ecc., ma soprattutto era il ritrovarsi insieme in sede alla sera, più o meno numerosi, che faceva scaturire i progetti, che dava forma alle idee, o che solo fantasticava su un mondo nuovo e diverso. E parlavamo di tutto, parlavamo.... senza badare troppo alla temperatura della stanza! Questo mi pare molto importante oggi che vedo tutti affannati dietro modelli di vita e orari impossibili, che non lasciano spazio a pause di incontro e confronto.

Qualcuno di noi era uscito dall'esperienza di un circolo giovanile parrocchiale, che gli “andava un po' stretto” per tanti motivi, altri avevano aderito ad un gruppo per la prima volta, desiderosi di uno spazio per trovarsi tra giovani, di parlare in libertà. Credo che soprattutto per le ragazze fosse un'opportunità, nonostante le difficoltà per alcune ad uscire di casa.

Per me ha significato incontrare coetanei, o quasi, al di fuori della scuola e del lavoro. Qui ho conosciuto la mia amica più cara e il legame nato al Circolo dura ancora oggi.

Non mancavano nel gruppo incomprensioni o dissenso verso alcune attività. Da un lato il desiderio di fare qualcosa di politico, di essere utili nel sociale, di apprendere e comprendere i mutamenti che avanzavano nella vita di tutti; dall'altro la voglia di divertirsi, di evadere, di disimpegnarsi.

Conservo il ricordo dell'incontro con Dario Fo. Aveva necessità per i suoi spettacoli (non molto graditi alle Autorità) di organizzare l'entrata come soci di un club e non semplicemente con un biglietto d'ingresso alla sala. Fu proposto il Nuovi Orizzonti e fummo convocati da lui e dai suoi collaboratori. Quando mi spiegarono le modalità e l'attenzione che si doveva porre nell'organizzazione, per evitare che lo spettacolo potesse venire interrotto o sospeso, mi intimorii: non ero ancora maggiorenne (ci volevano allora 21 anni!) e la nostra costituzione ci era costata non poco! D'accordo con gli altri amici rinunciammo e Fo, andandosene, mi disse, dandomi un buffetto sulla guancia, “ hai paura, eh!”. Rimasi muta. Allo spettacolo, accolto da altri, andammo lo stesso: bellissimo e indimenticabile! Ora Dario Fo è un “Premio Nobel”, anche se troppo spesso dimenticato da questo nostro Paese che segue altri modelli di notorietà.

Quando la Redazione del nostro giornalino aveva approvato gli articoli da pubblicare, spesso ero io a predisporre le matrici per il ciclostile. Mi piaceva impaginare bene, ma quanta rabbia quando facevo errori di battitura! Il liquido correttore non c'era, o si era indurito, o la macchina da scrivere ribattendo creava un buchino... e poi in stampa! Qui, a volte, le cose non andavano meglio: con l'inchiostro che sbiadiva o colava troppo, la carta che si inceppava, i fogli che si macchiavano sui precedenti. Adesso col computer, il taglia/incolla, la correzione ortografica, l'impaginazione automatica, tutto è ordinato, pulito, quasi asettico. Certo sono i contenuti che contano, ma allora aveva un gran valore anche il metterci le mani insieme: scrivere, stampare, unire i fogli, graffettare e infine consegnare il giornale nelle case della nostra frazione.

Con gli amici del Nuovi Orizzonti ho imparato a frequentare la montagna. Con pochi mezzi ed ancora più scarso materiale, ma si andava lo stesso! Che belle gite abbiamo fatto e quanti ricordi, immortalati da qualche foto che conservo ancora....

Ma raccontare questo, oggi, ha un senso? Lo ascolterebbe mia nipote con qualche interesse o solo per accondiscendenza e buona educazione? Ciò che io ora ricordo con emozione cosa può suscitare in un ragazzo nel 2009? Adesso per i giovani è consuetudine disporre di molta libertà per uscire, incontrare molta gente, avere un'auto (di famiglia, ma anche propria) per andare ovunque, spendere anche quando i soldi non si sono guadagnati. Perché sembra essere questo che conta oggi e certi esempi lo dimostrano. Io voglio comunque augurare ai ragazzi di poter vivere un'esperienza come la nostra al Nuovi orizzonti: di provare passione, interesse e curiosità, di non temere confronti d'idee e posizioni, di essere aperti al nuovo senza dimenticare la nostra storia, disposti all'accoglienza e alla solidarietà, di ridere e godere degli amici e di averne davvero tanti!