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Sabato 21 Novembre 2009 15:44

di Amalfia Rizzi

Ho superato l'indecisione ed ho deciso di portare anch'io i miei ricordi, e anche le mie riflessioni su questi primi quarant'anni del Circolo.

C'ero anch'io quando è nato.

Avevo 16 anni, e stavo attraversando un momento un po' difficile della mia gioventù: i genitori con problemi di salute ed il mio grande coinvolgimento, la sensibilità verso i problemi sociali che non si trasformava in partecipazione attiva al movimento del '68, che giudicavo chiassoso, le insicurezze di quell'età.

Un giorno suonano il campanello di casa, in via Milano, alcune persone: Ivaldi, Mario, ed un terzo che non ricordo. Mi spiegano l’intenzione di formare un nuovo circolo culturale, presso la sede della cooperativa. Mi invitano a partecipare al progetto. Ci sarebbe stata un'assemblea a breve.

Questi sono andati nelle case dei giovani e li hanno invitati a partecipare! Volevano formare un'associazione vera, di persone libere!
Ne parlai subito con mia madre, che vide con favore la possibilità, per me, di avere un motivo per uscire di casa e, così, di superare il mio stato di tristezza permanente.

Lo feci, e lì iniziò il mio impegno sociale e culturale.

Quante cose abbiamo fatto: le riunioni, i dibattiti, le discussioni sugli argomenti più sentiti in quegli anni: la società, i rapporti genitori e figli, la sessualità, la poesia, la cultura; abbiamo subito incominciato a fare il giornalino del circolo, dapprima con un ciclostile vecchio che si fermava dopo aver stampato 10 pagine, poi abbiamo comprato un Gestetner nuovo, che andava come un razzo; i disegni sulle matrici, con il pennino; il lungo lavoro con la macchina da scrivere, che ci dividevamo prevalentemente fra le ragazze: Cornelia, Anny, Anna, io, e tante altre. C’era la necessità di avere un direttore responsabile; allora fu contattato Bruno Damiani, che ora è giornalista di RAI Regione; e con lui si facevano le riunioni di redazione. E poi un po’ di teatro, fatto come recital; il nostro primo regista fu Gianni Gregoricchio, che affascinava tutti, con quel timbro di voce forte e la parlata decisa, sempre con la pipa in bocca; ricordo che recitammo da don Emilio De Roia, una sera, dove ora c’è la Casa dell'Immacolata. Poi, si viveva male la divisione che c’era con il Circolo Leonardo Da Vinci e nell'epoca di Don Giuliano, si sono intrecciati rapporti con il povero Don Luciano; con lui furono relazioni e confronti molto intensi, molto accesi e vivaci.

Tante persone hanno vissuto belle esperienze in questi quarant'anni. Ricordo alcuni presidenti, e le loro personalità: Cornelia, Ivaldi, Piero (Francescon), Sergio, Francesco e, fra quelli più recenti, la stupenda Cinzia, che ci ha regalato tanto, tanto generosa nel mettere a disposizione cultura, creatività, raffinatezza. Quelli che non ho citato mi perdoneranno, se leggono.

Ora, da diversi anni, il presidente è Mario, che è anche mio marito. Il nostro amore è ovviamente nato lì, al Circolo, proprio quarant'anni fa.

Il Circolo costituisce anche uno dei principali motivi di accesa discussione, tra noi.
Io gli dico che, all'inizio, il Circolo si chiamava “Circolo Giovanile Rizzi – Nuovi Orizzonti”; ma hai compiuto 65 anni; è mai possibile; che enorme contraddizione!!!

So anche che il Circolo Nuovi Orizzonti è una cosa meravigliosa perché lì, giorno per giorno, da quarant'anni, si afferma, nei fatti, un modo di vivere la socialità, lo stare insieme, l'associazionismo: l’apertura alle idee, alla conoscenza, alla voglia di partecipare e di fare cose assieme agli altri, l'accoglienza, l'integrazione.

Scegliete un nuovo presidente! E, nello stesso tempo, il Circolo custodisca gelosamente e mantenga nel tempo quelle caratteristiche che lo qualificano come fucina d'idee, luogo di partecipazione e di socialità, aperto, una casa di tutti e di ciascuno.

Auguri, al Circolo Culturale e Ricreativo Nuovi Orizzonti, per almeno altri quarant'anni!!